Descrizione
Pochi Mondiali hanno generato sentimenti contrastanti e dibattiti accesi come Argentina ’78.
Da una parte l’orgoglio di un popolo che si riscatta, dall’altra una spietata dittatura militare che si legittima. Un universo di contraddizioni pulsanti che va ben oltre lo sport: il passaggio cruciale al “calcio moderno”, il terrorismo di Stato, un grido di libertà per milioni di argentini che “spezzano le catene” in una sorta di catarsi collettiva.
Il gioco e il massacro è tutto questo: la cronaca di un Mondiale, uno spietato confronto con la Storia, un viaggio al centro della complessità del contemporaneo. Perché il calcio, alla fine, è molto di più di un semplice gioco.
«Giochiamo per il popolo, non giochiamo per quei figli di puttana»